[Il testo si presenta disconnesso e sbavante, come se a scriverlo fosse stata una persona parecchio ubriaca e la lingua è un miscuglio intermittente di inglese e mandarino.]

Che serata pazzesca, appena tornati su greenfield e...un bar? No non ci sono bar sul verde...un sha..sia..saloone. Saloone? mh..non so.
Una persona può davvero offrire così tanto da bere? Una persona ammodo ovviamente ma..ehi il mio onore è alto...ho bevuto tutto...tutto! Sono uno straccio...una pezza? Sii..di quelle colorate molto carine che usava xia, verde? no..gialla magari, o anche rossa come gli occhi di quel simpatico orso...a due teste. I falcon non ci sono più woosh e la duchessa vola via lontano lontano, roona triste? Mh..sistemare. Lavorerò al ranch si...ma io lavoro per roona solamente, il mio fucile appartiene a lei e..farfalle? No l'orso vorrebbe la mia arma lo sento che la desidera...devo dargliela? Fare del bene al singolo o espandere il bene a molti? Soddisfazione per chi? Lottare...come quei dannati pipistrelli...pipistrelli ovunque! Credo di aver sbattuto la testa, male...e anche il ginocchio...chi ha messo quelle scale e quando? Chiederò a roona...roona! Oh ragazza che diamine ti capitano tutte a te, forte? Si...più forte? ci proverò.  Ho parecchio da fare...quella ragazza della blu che voleva vedermi? Si...e anche chi? mmh a si Jack. La figlia dell'orso? certamente...devo darle una risposta, ma quale risposta? Devo chiedere...i valori. Gente interessante quella che conosce roona...pazza, ma interessante. Dovrei anche offrire da bere a sam per tutti quei passaggi che mi offre...bere...bere! Ho viiiiinnn.......

[Il testo si interrompe con una lunga serie a mezza luna di N.]

[Il testo si presenta ben marcato come se fosse scritto con pugno fermo e rude, nonostante però la scritta sia ben ordinata e scorrevole.]


Avevo finalmente deciso di accettare la proposta della signorina Wilson quando il passato ha deciso di colpirmi alla schiena un'altra volta. Jack Rooster. Quando l'ho vista seduta poco distante, quando mi ha rivolto la parola, quando mi ha rivolto quello sguardo...c'è stato poco da fare. Il passato è tornato e mi ha colpito con una spranga di metallo. Dalla mia convalescenza mi sono sempre ripetuto che la guerra era finita, che avevamo perso...è bastata un'occhiata ad Hera per capirlo. La ricerca della libertà ha portato la morte nelle nostre case, ha distrutto i nostri raccolti, ci ha privato delle nostre abitazioni e , cosa più importante, ci ha negato l'indipendenza stessa. Mi sono fermato Dio solo sa quante volte a chiedermi cosa avessimo comprato con la vita dei nostri cari e non trovo altra risposta se non la sistematica eliminazione di ogni cosa che ricoprisse un valore per me. C'è un tempo per morire, uno per seppellire, uno per piangere e uno per continuare...credevo con tutto il cuore di essere in quest'ultima fase di questa inutile guerra ed ero quasi riuscito a voltare pagina. Un lavoro onesto mi aspettava dietro l'angolo quando mi sono ritrovato l'orso dinanzi. 

Vi ho sognato questa notte ragazzi, i vostri sguardi chiedevano un premio per questo futile sacrificio. Ma le vostre voci tacevano silenziose più della mia. Cosa chiedete? Vendetta? Devo tornare a combattere armi in mano o il mio destino è riservato ad un campo di battaglia di diverso tipo?

Vorrei tanto la risposta a questa domanda, non volevo questa guerra ma non volevo neanche perdere voi. Volevo la mia casa, il mio campo e i miei amici...avevamo tutto. La guerra non è finita mi dice l'orso ma io mi chiedo...è possibile vincerla? Se ci fosse anche una minima speranza...anche la più piccola scintilla basterebbe per avere un buon motivo per morire. Ma non voglio combattere una battaglia di cui la ricompensa risiede solo nella morte sistematica delle persone, non voglio combattere per un idea, non voglio combattere per me. Voglio un buon motivo per morire, voglio cercare un risultato, voglio una possibilità di riscattare tutto perché nella morte, sino ad ora, vedo solo il sorriso degli amici.

Quando sarà la mia ora, prima di esalare l'ultimo respiro, prima di chiudere gli occhi voglio sentire ancora quell'odore. Voglio sapere che quando riposerò sarà sul terreno del mio mondo...bello, forte e indipendente.

[Il testo si presenta in una scrittura scorrevole e ben ordinata. Lingua utilizzata: Inglese.]

Sono passati diversi giorni dal mio arrivo su Horyzon ed ho ancora molto lavoro da fare. Devo trovarmi una sistemazione fissa e un lavoro altrimenti non andrò avanti per molto altro ancora. Per quanto riguarda gli impieghi devo dire di avere diverse possibilità fra le mani e sono tutte molto interessanti a dire la verità...penso che mi riserverò qualche altro giorno per pensarci.
La torre verde, penso di aver passato più tempo negli ascensori di quella struttura fatta di terrazze che in strada o...da qualsiasi altra parte! Ne ho visitato solo una piccola parte ma quante cose ho visto! Piante carnivore, vialetti alberati, baretti sospesi su un vuoto fatto di pioggia che, tra parentesi, non ha smesso di accanirsi contro questo pianeta. Pochi giorni sono quelli che segnano il mio arrivo ma da quanto mi è dato ricordare non ha smesso di piovere. La pioggia non mi turba, ricordo di aver visto piovere prima dell'esplosione ma ciò che ricordo di quegli attimi è molto confuso e in effetti potrebbe essere solo un'illusione della mia mente. Eppure quando guardo la pioggia sento un certo senso di appartenenza, come se facesse parte di me in modo inderogabile, come se potessi fondermi in quelle miriadi di gocce cristalline per risalire il cielo...per poi ricadere ed infrangermi sugli animi delle persone. Alcuni mi amerebbero, altri mi ammirerebbero protetti nelle loro case ma i molti su cui mi infrangerei credo che mi riserverebbero un posto speciale nella loro lista di insulti quotidiana. Eppure quando piove tutto si ovatta e diventa sereno e forse un po malinconico, l'aria prende un tono completamente diverso. 

Nella torre verde ho avuto modo di incontrare nuovamente la signorina Alcot...mi ha rimproverato di non averla più chiamata ed in effetti è così. Non sono in vena di consulti psicologici o di impegnarmi in chissà quale stramba medicina per curare il mio silenzio. Però è stato un'incontro che comunque mi ha rilassato e divertito...il sorriso della ragazza mi permette di ricordare e di affrontare la realtà e mi ha anche offerto da bere! Non potevo non ricambiare tanta gentilezza quindi ho affilato i miei strumenti ed ho provato a ritrarla sul mio diario. Non era altro che un piccolo bozzetto da rifinire e modificare per trasformarlo nella reale opera ma lei sembra aver apprezzato comunque il lavoro. Tornato in camera mi sono impegnato per rendere quel primitivo disegno in un'opera completa...devo consegnarglielo quindi penso che cercherò un modo di contattarla.

La torre verde...ci ho passato molto tempo in questi giorni ed ho incontrato diverse persone, alcune dagli animi discutibili altre invece degne di nota. Penso però che accetterò il lavoro della signorina Roonamei se non trovo altro di più adeguato. Sicurezza...un impiego in tale ambito non credo di essere in grado di ricoprire visto il pessimo livello di sicurezza che ho mostrato a voi ragazzi. Il destino è bastardo quando ci si mette. Come posso aiutare degli estranei quando non sono riuscito a salvare nemmeno uno dei miei amici più cari? Forse però è un'occasione per redimermi...diavolo Rex se scopro che con centri qualcosa con tutta questa storia vedi di sparire perché se avessi la fortuna di svegliarmi di fianco a te giuro che ti ammazzo di nuovo.


nb. Devo comprarmi un ombrello.



[Il testo si presenta in una scrittura scorrevole e ben ordinata. Lingua utilizzata: Inglese.]


Capital city. Questa è una città folle. La gente va in giro utilizzando mille strumenti dagli scopi più disparati. Sembrano tutti di fretta e parlano costantemente con qualcuno, che sia presente o meno. Senza parlare dei vestiti, seta...seta ovunque. Mi sento così estraneo. La gente in generale tende ad essere diffidente non appena mi vede. Solo il fatto che vesto in modo diverso genera in loro un moto di sfiducia incondizionata. Sono tutti pazzi.


[Il testo riprende qualche riga più in basso, sempre scorrevole e ordinato. I caratteri sono distanti e ben marcati, come se chi ha scritto tutto ciò provasse noia. La lingua utilizzata: Inglese]


Una giornata, una sola giornata ed ho già accumulato più numeri e contatti di quanti ne abbia mai fatti in una intera settimana su Hera. Tre contatti, tre ragazze, tutte amichevoli e gentili. In fondo questi azzurrini non sono poi così malaccio.


La prime due le ho conosciute in un bar di Carpathia square. Charlotte Alcot, una ragazzina dal comportamento riservato e un po impacciato. Mi ha aiutato con l'ordinazione perché quel dannato barman non riusciva a capire che volevo un bicchiere d'acqua! Sono certo che lo facesse apposta il bastardo. (Nb. Progettare vendetta) La ragazzina non ha reagito bene al mio silenzio, o almeno. Si è preoccupata delle mie condizioni quasi fossi un suo paziente (lavora in qualche clinica di cui ora mi sfugge il nome...o forse era un ospedale?) e mi ha descritto diversi rimedi psicologici e non per curare il mio silenzio. Ho apprezzato la sua preoccupazione, vorrei solo potergli esprimere quanto. Comunque non abbiamo parlato molto, è dovuta tornare a lavoro ma mi ha lasciato il suo contatto chiedendomi di ricontattarla qualche volta per uscire a mangiare un boccone. Penso che lo farò, ma prima devo trovare un lavoro con cui pagarmi da mangiare, non voglio far pesare la mia presenza a nessuno.


La seconda ragazza invece mi ha tenuto compagnia al bancone di un'altro bar. Ha detto di chiamarsi Rachel Adams. Non mi ha fatto nessuna domanda, a dire la verità il suo nome è l'unica cosa che mi ha detto. Abbiamo goduto del silenzio reciproco credo. Alla fine mi ha lasciato anche lei il suo contatto...cavoli Hud, avresti dovuto vederla. Se tu fossi qui con me ti passerei subito questo diavolo di numero, impazziresti per lei ne sono convinto.
Hud.


L'ultima ragazza, beh. Credevo di avere assistito giù a tutti gli episodi più disparati su Hera. Questa ragazza...Roonamei Wilson. Un viso pallido e delle labbra che non conoscono la giusta angolazione. Questa guerra ha fatto più vittime fra i vivi che fra chi ha avuto la fortuna di abbandonarci. Dove i morti riposano i vivi si disperano. Non so perché ho provato a rallegrarla, forse mi ricorda me. Non so cosa la turbi, non so chi o cosa abbia perso, so solo che il dolore è lo stesso. So solo che abbiamo perso un pezzo di noi stessi. Ogni sorriso che sono riuscito a strapparle lo dedico a voi ragazzi, ovunque siate quando avete un po di tempo libero. Vegliate su di lei, tutti hanno bisogno di riscattarsi. E Dio solo sa quanto ne ha bisogno lei. Zao..le ho fischiettato "remember to live" e le ho ballato come solo tu sapevi fare, ma anche questo non sembra averla aiutata. Posso davvero aiutarla? Devo aiutarla.
Una dettaglio interessante che è saltato fuori mentre passeggiavamo fra la flora sintetica (Ps. La magia è svanita dopo poco tempo, quel posto puzza di macchine, nulla a che vedere con Hera e le sue distese) della torre verde, sembra che lei sia alla guida di una nave da trasporto. Mi ha proposto una posizione nella sua "ciurma" come addetto alla sicurezza. Non mi sembrava molto contenta quando me lo ha offerto a dire la verità...forzata forse? No non credo. Comunque ci penserò...la vita su un pianeta è difficile, chissà quanto è ardua senza terra sotto i piedi. Comunque è una proposta che valuterò con accuratezza...la ragazza mi sembrava sincera e gentile...ma sono preoccupato per lei. Come spera di mandare avanti un'impresa, o persino una nave, in quelle condizioni? Farà del male a se e al suo equipaggio. Deve superare il suo ostacolo, posso darle una mano. Sarò presente.
Ah un'ultima cosa...Xia, ti assomiglia un po sai? Avete lo stesso naso e la stessa abilità nel disegno. Già...hai capito bene, mi ha lasciato un piccolo ricordo nel diario...ne saresti invidiosa.
Ah ragazzi...siate dannati voi, quanto mi fate penare.





[Scritto in lingua inglese, i caratteri sono tremanti e scostanti. Una scrittura poco pulita, sintomo che si tratta di un opera di getto. Alcuni caratteri sono sbiaditi dopo essere stati inumiditi da qualche liquido, probabilmente lacrime]

Sapevo che sarebbe stato difficile lasciarsi tutto alle spalle...lo sapevo sin dall'inizio. Lasciare Hera è stato il passo più difficile. Nell'esatto momento in cui ho poggiato il piede su quella navetta tutto ciò che ho fatto, tutto ciò per cui ho lottato, tutto ciò che ho perso...si è reso vano. Una lotta insensata.
Eravamo giovani e come tutti i giovani sentivamo il dovere di proteggere casa nostra, di lottare con il sangue e con le unghie per ogni singolo pezzo di terra, di far pagare con il sangue il terreno perduto...un ideale.
I bambini corrono sul pericolo credendo di essere immortali, gli adulti comprendono che l'immortalità non è alla propria portata, ed è li che entra in gioco la paura. Siamo partiti bambini e quando la verità ci ha colpito sul viso non abbiamo potuto fare altro che sputare sangue sulla cruda terra. La paura, una presenza costante che ti aiuta ad andare avanti, a mettere in moto il tuo istinto primordiale di preservazione. Con facilità di protegge, ma con altrettanta facilità ti trascina in un tunnel buio e umido, ti consuma pian piano e ti rende diverso. Ti uccide prima nella mente, poi nel cuore e infine nella carne.
Mike, Hud, Zao, Rex, Mia, Cole, Xia...il piccolo Freddy. Ve ne siete andati e mi avete lasciato indietro, ve ne siete andati...e non tornerete mai più. Mi avevate chiesto "non deluderci"....vi ho deluso? Si. 
Non ho fatto il mio dovere, non ho amato la nostra terra quanto voi, non ho riso quanto voi, non ho sofferto quanto voi e non sono una persona migliore di voi. Perchè ve ne siete andati...mi mancate.


Hera sta cercando di recuperare le forze. E io non sono lì ad aiutare, dovevo restare. Il mio posto non è qui, fra coloro che vi hanno tolto la vita. Ma ho dovuto farlo. Sapete che dovevo, spero che quando arriverà il mio momento voi mi abbiate perdonato. Mi mancate.


Piangere non aiuterà nessuno, non aiuterà voi e non aiuterà me. Non troverò la redenzione nelle lacrime, la troverò nei sorrisi. Aiuterò...come non ho mai aiutato prima d'ora. Riscatterò il vostro nome, renderò giusto il vostro sacrificio.


Quando ho aperto gli occhi ricordavo solo i vostri volti, ho urlato e urlato i vostri nomi ma l'unica cosa che sentivo era il debole frusciare delle lenzuola. Voi non eravate lì. La mia voce è morta con voi, un pegno irrisorio che sarei più che disposto a cedere per riavervi. Diavolo se ho urlato...se vi avessi aiutato...DIAVOLO SE VI AVESSI AIUTATO! Forse avrei potuto salvarvi! Forse avrei potuto aiutarvi! Forse avrei potuto stringervi a me!!! 


Forse...mi mancate tutti quanti.

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